Essenza
La vandalizzazione nasce da un’inquietudine forte, tant'è vero che mi ricordo ancora il motivo di quell’inquietudine, perché non trovavo l'essenza di quello che stavo facendo quindi ho deciso di vandalizzare. Inizialmente è partita come un aspetto quasi di rabbia, di dolore rabbioso, di vendetta, qualcosa di aggressivo poi in realtà la vandalizzazione ha preso una sua forma molto più dolce, perché è il far uscire l'essenza del quadro cioè il suo essere.
Non sono colpi di spugna, colpi di pennello o spruzzate di colore, di acquarello posti a caso, è un colloquio, un dialogo che io ho col quadro per farlo emergere, per farlo uscire e per renderlo se stesso e quindi in parte per far uscire anche me stessa.
Come in tutti i miei lavori, c’è la completa discrezionalità di chi guarda di scoprire altri e mille significati, di svelare sentimenti diversi e contrastanti.
È un lavoro che si avvicina al Pop, ma preferisco definire questo stile in maniera più estesa come Pop – Iperrealistico – Vandalizzato
Tutte le opere di Nini sono sottoposte a un processo creativo denominato “Vandalizzazione”, di cui Nini ha la paternità. La tecnica di Vandalizzazione, appunto segno distintivo di Nini, è il raggiungimento del proprio istinto, l’immagine è istinto, l’istinto è immagine, quando vi è allineamento di questi due concetti, si è liberi dai nascosti rigori dell’arte.
La parola, quindi, ha per l’artista un’accezione positiva nel senso di rinascita ed emersione del Sé proprio dell’opera, come fosse elemento palpitante e vitale. Lei negli anni è cambiata, ha camminato si è trasformata, così è stato per Vandalizzazione che ora per Nini ha un’aggiunta.
La nuova Vandalizzazione che è chiamata “Vandalizzazione temporale”. Sì temporale come il tempo del temporale, che si annuncia, arriva in punta di piedi con il vento, poi sempre più forte, e così lo scoppio di tuoni e pioggia come un processo creativo che esplode e si quieta dopo aver fertilizzato la natura, così è per i quadri di Nini che vengono assetati dalle pennellate.
Il mio bisogno di vomitare all'esterno il mio interno. Forza brutale del vomito, che salva che fa rinascere.
La creatività è essere completamente liberi e avulsi da quelli che possono essere i giudizi positivi o negativi delle persone. Questa per me è la creatività vera, non so se io l’ho raggiunta ed è per questo che io mi definisco pittrice e non artista, non per finta umiltà o perché non mi voglio esaltare, ma perché io non sono avulsa ancora da quelli che possono essere giudizi o complimenti.
Le lettere che escono dai miei quadri sono alfa e omega, l'inizio e la fine perché tutto ha un inizio e una fine un percorso, un consumarsi ed è bello. Mi piacerebbe che i miei quadri potessero, magari tra 200 anni, essere consumati e non più vividi di colore.
Le parole invece sono sicuramente: coraggio, ricerca e libertà.